3^ DOMENICA DI QUARESIMA
Antifona
d'Ingresso
I
miei occhi sono sempre rivolti al Signore,
Colletta
O
Dio, sorgente della vita, tu offri all'umanità riarsa dalla sete l'acqua viva
della grazia che scaturisce dalla roccia, Cristo salvatore; concedi al tuo
popolo il dono dello Spirito, perché sappia professare con forza la sua fede, e
annunzi con gioia le meraviglie del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù
Cristo...
1^
Lettura
Dal
libro dell'Esodo
In
quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò
contro Mosè e disse: “Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire
di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?”. Allora Mosè invocò
l'aiuto del Signore, dicendo: “Che farò io per questo popolo? Ancora un poco
e mi lapideranno!”.
Salmo
Venite,
applaudiamo al Signore,
Accostiamoci
a lui
Venite,
prostrati adoriamo,
Egli
è il nostro Dio,
Ascoltate
oggi la sua voce:
come
nel giorno di Massa nel deserto,
mi
misero alla prova
2^
Lettura
Dalla
lettera di San Paolo Apostolo ai Romani
Fratelli,
giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore
nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di
accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza
della gloria di Dio.
Canto
al Vangelo
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore,
tu sei veramente il salvatore del mondo:
Lode
a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Vangelo Gv 4, 5-42
Dal
Vangelo secondo Giovanni
In
quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al
terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di
Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso
mezzogiorno.
RIFLESSIONE
Se domenica scorsa avevamo intitolato il tema di riflessione: "la voce di Dio", possiamo, dopo aver ascoltato le lunghe e belle letture di questa domenica, scoprire che è il tema dell’acqua viva ad unificare l’insegnamento di questa domenica. Tutto parte dalla sete. Il popolo ebraico in viaggio nel deserto ha sete e il non poter rispondere con immediatezza ed abbondanza a questa esigenza fondamentale lo porta a lamentarsi di Dio: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?" Chissà se noi abbiamo ancora sete? Non tanto la sete di acqua che, bene o male, almeno nel nostro mondo occidentale, riusciamo ancora a soddisfare, quanto quella sete di qualcosa di più grande, di più importante, la sete del senso della vita, la sete di Dio.
Qualche volta si ha l’impressione che l’uomo comune non abbia più queste seti e si accontenti di bottigliette di acqua, a volte anche un po’ putrida, preconfezionata dai tanti che per denaro e per potere si presentano come coloro che hanno le risposte a tutti i problemi dell’uomo: desideri qualcosa? Con il denaro puoi comprare tutto! Ti piacerebbe sapere che cosa ti aspetta nel futuro? Basta andare dal mago Tal dei Tali e, pagando, troverai ogni risposta. Ti sembra di aver ancora bisogno di un Dio per tranquillizzarti? Rivolgiti alla Fiera delle religioni, ce ne sono di tutti i gusti e puoi sceglierti il tuo Dio su misura. E quante volte l’uomo e noi, per non far fatica, per saziare subito i nostri desideri ci accontentiamo di acqua marcia e velenosa piuttosto che cercare l’acqua viva! Uno strano incontro, quello del pozzo di Sicar che ci ha proposto il Vangelo odierno: proviamo a ripercorrerlo in alcuni particolari. Sembra a prima vista un incontro casuale quello di Gesù con la Samaritana. Ma sarà proprio così? Gesù si è messo in viaggio dall’eternità e dal cielo per venirci incontro. Il suo amore non è casuale tant’è vero che il Vangelo ci dice che Gesù era in cammino ed era pure stanco di questo camminare. Gesù mi cerca, ti cerca. E’ venuto apposta nel mondo perché ci ama uno ad uno e per ciascuno di noi c’è un pozzo di Sicar al quale ti aspetta. Anche noi, forse, possiamo aspettare questo incontro e desiderarlo; qualcuno, come la donna Samaritana può persino saperne di teologia per immaginarsi di come sarà questo incontro: "Quando verrà il Messia ci svelerà ogni cosa", gli dice. Ma Gesù è sempre una sorpresa, te lo trovi là dove meno ti aspetteresti di incontrarlo, te lo trovi pieno di polvere e affaticato nel luogo della tua fatica quotidiana. Ti aspetteresti che Lui subito ti fornisca tutte le risposte, che sazi ogni tua sete, che ti eviti di dover venire a prendere acqua ogni giorno, e invece Lui ti spiazza e chiede a te da bere. Dio per darti qualcosa ha bisogno di te. I suoi doni non te li fa piovere dall’alto ma vuole suscitare in te il desiderio. Ma noi, spesso, proprio come la Samaritana che sembra intuire a distanza la pericolosità di Gesù, cerchiamo di premunirci e di tirare fuori tutte le nostre difese. La donna comincia con l’ironia: "Guarda un po’, un rispettabile Rabbi Giudeo, che si crede migliore di tutti gli altri, che da del protestante ai Samaritani e che poi si abbassa a chiedere un sorso d’acqua ad una donna (ma le donne non erano considerate dai Rabbi impure per eccellenza?) e ad una donna Samaritana?" Provate a pensare se qualche volta non ci è successa la stessa cosa: "Tu Signore sai quanto sono peccatore e quanto sono incapace e chiedi proprio a me di diventare catechista? Rivolgiti ai preti, agli addetti ai lavori, a quei maggiorenti della parrocchia che sanno tutto e non aspettano altro che di potersi esibire tra gli applausi di tutti". Oppure: "Tu, o Signore sembri dirmi che hai bisogno di me per aiutare quei barboni, ma ci pensi la società, il comune, a quei disgraziati: che cosa centro io? Al massimo posso fare una offerta per la mensa del Cottolengo…" Gesù ha sete di te, di me, di noi. Gesù per poterci dare l’acqua viva, ha bisogno della nostra disponibilità a spegnere qualche sete. Ma, le difese della donna continuano: dall’ironia passa alla teologia: "Tu che dici di avere risposte vive per ogni problema comincia a dirmi chi ha ragione: i Samaritani o i Giudei e quale è il Dio giusto: il nostro o il loro e il culto vero è quello di Gerusalemme o quello del monte Garizim?" E spesso è proprio ammantandoci di presunta cultura teologica che noi opponiamo resistenza al Signore. Lui ci parla di acqua viva e noi gli opponiamo diatribe teologiche.
Lui ci parla di amore profondo e vero e noi arzigogoliamo su norme e spacchiamo il capello in quattro per stabilire fino a che punto una cosa sia o non sia peccato. Lui muore per noi sulla croce e noi ci chiediamo se sia più bravo Padre Pio o Papa Giovanni nel fare miracoli, dimenticandoci che i santi non fanno mai miracoli in proprio ma li ottengono sempre dalla misericordia di Dio. Gesù vuole arrivare al nostro cuore e noi gli offriamo una apparenza di intelligenza orgogliosa impaludata nei luoghi comuni del barboso sapere di teologi ammuffiti. Ma Gesù non demorde. Ci vuole troppo bene. E allora ci tocca nel vivo. Alla Samaritana si mette a raccontarle la sua vita, le scopre gli altarini, le fa sentire che la conosce bene, che conosce le sue seti di affetto nascoste e non risolte. Non la fa sentire un verme, non la giudica, le fa solo capire che dietro alle sue costruzioni di difesa ci sta lei donna, samaritana, con tutti i suoi problemi, ma anche con tutti i suoi desideri veri inappagati.
E soprattutto le fa sentire che Lui è disponibile a riempire il suo cuore. Fratelli, non nascondiamoci dietro false sicurezze, non mascheriamoci per sembrare diversi da quello che siamo, Gesù ci conosce, ci ama così come siamo, ci cerca, ci aspetta, e non con il bastone in mano; Lui è là, o sulla spalletta di un pozzo, o in ufficio, o sul tram o in casa nostra, ma ci aspetta perché ci ama, ci aspetta per donarci se stesso. Perché farlo aspettare ancora lungo? E se poi ci pensiamo bene quell’acqua viva che zampilla per l’eternità è già in noi fin dal giorno del nostro battesimo: perché tenere il rubinetto ermeticamente chiuso?
Sulle
Offerte
Per
questo sacrificio di riconciliazione perdona, o Padre, i nostri debiti e donaci
la forza di perdonare ai nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.
Dopo
la Comunione
O
Dio, che ci nutri in questa vita con il pane del cielo, pegno della tua gloria,
fa che manifestiamo nelle nostre opere la realtà presente nel sacramento che
celebriamo. Per Cristo nostro Signore.